martedì 14 novembre 2017

I COSMETICI NELLA LETTERATURA



L'uso dei cosmetici, penetrato dall'Oriente nella Grecia e di lì nel mondo romano, ci appare molto diffuso fra i popoli dell'antichità classica e rispondente a esigenze varie della toletta maschile e femminile.

I costumi più rozzi del Medioevo non ignorano i cosmetici, l'uso dei quali, condannato fin dagl'inizî dagli scrittori cristiani ( interessantissimo per i particolari che fornisce, il De cultu feminarum di Tertulliano).





Nella letteratura italiana l'argomento è trattato fin dagl'inizi : una lauda di Jacopone da Todi è dedicata a l'ornamento delle donne dannoso o la famosa invettiva dantesca contro le donne col "viso dipinto" (Par,XV,114). E ancora con mordace ironia il Corbaccio boccaccesco ci descrive minutamente tutte le arti della toletta femminile e spietatamente le mette in ridicolo.


Ma accanto ai malcontenti c'era chi provvedeva ad aiutare la vanità delle donne fornendole di consigli e di ricette: sono da un lato i trattati dell'amore cortese (tra cui ricordiamo Il reggimento e i costumi di donna, di Francesco da Barberino) dall'altro trattati di medicina, che tramandano la sapienza araba, nei quali la cosmesi è considerata con tutta serietà come una partedell'igiene.

Numerosissimi sono comunque gli esempi . Ecco qui una breve carrellata.


Per il Medioevo: De la littérature didactique du Moyen Âge s'adressant spécialement aux femmes, A. Parducci, Costumi ornati, Firenze 1927.


Per il Rinascimento e oltre: E. Rodocanachi, La femme italienne à l'époque de la Renaissance. P. Molmenti, Storia di Venezia nella vita privata. F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Ludovico il Moro.




Nessun commento:

Posta un commento